📝 ELENCO DEI CONTENUTI
- PREMESSA
- TIPOLOGIA DI VIAGGIO
- TIPOLOGIA DI BICICLETTA
- MISURA DELLA BICICLETTA
- TELAIO
- MANUBRIO
- CERCHI E COPERTONI
- TRASMISSIONE
- FRENI
PREMESSA
Premessa che in realtà vi ho già fatto anche nel precedente video, se state organizzando il vostro primo viaggio in bicicletta il consiglio più grande che posso darvi è quello di mettere in pausa questo video, guardare ciò che potreste già avere in casa, in cantina o che potreste eventualmente farvi prestare da qualche amico o parente e partite con quello. Con l'esperienza infatti, cambieranno anche le esigenze e considerato il fatto che ognuno ha una concezione diversa e assolutamente personale del viaggio in generale, avere alle spalle già qualche esperienza, grande o piccole che sia, vi consentirà sicuramente di fare scelte più appropriate rispetto alla vostra visione e alle vostre reali esigenze.
TIPOLOGIA DI VIAGGIO
Fatta questa premessa, la prima cosa da fare è senza dubbio interrogarsi sulla tipologia di viaggiatori che siamo e sulla tipologia di viaggio che andremo ad intraprendere più frequentemente. In generale possiamo suddividere e categorizzare i viaggi secondo tre caratteristiche principali ovvero:
- velocità: lenti o veloci
- lunghezza: brevi o lunghi
- superficie: su strada o su sterrato
Fa poi da se che viaggi veloci saranno con molta probabilità anche viaggi piuttosto brevi, mentre viaggi di lunga percorrenza sono spesso viaggi lenti e che puntano più al confort. La tipologia di superficie invece è sicuramente una scelta personale e a differenza delle altre due non sono esclusive pertanto è possibile alternare le due tipologie di superficie all'interno dello stesso viaggio. sulla base di questa prima analisi si può passare alla scelta della tipologia di bicicletta.
TIPOLOGIA DI BICICLETTA
Come sappiamo probabilmente tutti, esistono ad oggi tantissime tipologie di biciclette che per semplificare possiamo distinguere in:
- Road
- Cicloturismo e Gravel (che si distinguono per alcune piccole accortezze specifiche ma in generale possiamo metterle entrambe allo stesso livello)
- MTB
Ognuna di queste si differenzia, oltre che per il suo principale ambito di utilizzo, anche e soprattutto per geometrie, componenti e peculiarità.
- Una bicicletta DA CORSA è sicuramente più indicata per una tipologia di viaggio corto e veloce visto che ci consentirebbe sicuramente di contenere tantissimo il peso e di macinare molti più chilometri ogni giorno, specie se con un buon allenamento sulle spalle. Ne va ovviamente del confort, della capacità di carico e di conseguenza anche dell'autonomia e della tipologia di superficie sulla quale ci sarà consentito pedalare.
- Con una MTB invece, si possono sicuramente intraprendere viaggi molto più "into the wild" e che potrebbero prevedere anche tratti molto sconnessi e piuttosto tecnici come ripide discese o single track ad alta quota lungo i sentieri. Grazie alla loro robustezza, garantiscono capacità di carico piuttosto elevate, ma per il loro stesso peso spesso piuttosto elevato, una posizione molto più eretta, la presenza di ammortizzatori e altre caratteristiche tipiche di questa tipologia di bicicletta, ci "obbligano" a contenere maggiormente il chilometraggio.
- Con una GRAVEL invece, potremmo unire i vantaggi dell'una e dell'altra riuscendo ad avere pesi contenuti, una posizione anche molto confortevole, elevate capacità di carico e di conseguenza una maggior autonomia e la possibilità di poter percorrere praticamente qualsiasi tipologia di superficie.
Di solito la bicicletta da corsa non ha bisogno di essere consigliata poiché chi l'acquista solitamente ha già una visione chiara di quello che vuole fare ed è sicuramente più orientato ad un utilizzo più sportivo e, anche se per modo di dire, "più competitivo".
La MTB invece, la consiglierei sicuramente come seconda bicicletta, per farsi magari qualche uscita con gli amici e godersi magari qualche trail o discesa in montagna.
Ma se siete all'inizio e state valutando l'acquisto della vostra prima bicicletta, personalmente mi sentirei di consigliarvi una Cicloturismo o Gravel. È vero che richiedono un po' più di abitudine rispetto alle MTB, ma al di la del fatto che stiamo parlando di un paio di uscite e non di più, parlando anche in termini di investimento nel lungo periodo, sono biciclette sicuramente più universali e che meglio si adattano a differenti tipologie di utilizzo che sia essa il viaggio, piuttosto che la città per gli spostamenti quotidiani, o la montagna per divertirsi un po' fuori strada lungo qualche trail. Insomma, sono biciclette veramente "tutto fare" e a differenza della maggior parte delle cose che vogliono fare tutto e finiscono poi per fare tutto male, una buona bicicletta Gravel o da Cicloturismo vi garantisco che sarà in grado di dare il massimo sempre e vi toglierà soprattutto ogni possibile preoccupazione sul tipo di superficie che potreste trovare lungo la strada riducendo pertanto al minimo la spiacevole sorpresa di dover tornare indietro.
Come già detto, personalmente consiglierei queste biciclette anche per un uso addirittura esclusivamente cittadino visto e considerato che il mercato ad oggi ha completamente abbattuto anche la barriera del prezzo mettendoci a disposizione biciclette di questa tipologia a prezzi veramente bassissimi, ma tutto sommato anche molto valide vedi ad esempio Decathlon. Rispetto ad una classica city bike (che diciamocelo, esteticamente sono anche abbastanza discutibili) piuttosto che una MTB, anche per un uso cittadino una Gravel o una cicloturismo permette di avere una posizione più adeguata che, anche se "meno confortevole", ma è solo questione di abitudine, ci permette di ridurre al minimo gli sforzi richiesti specialmente su tratti in salita come ad esempio un cavalcavia o un sottopassaggio, permettendoci di affrontarli con molta più tranquillità e senza arrivare a destinazione spolti sudati.
Visto pertanto che il mio consiglio ricade proprio qui, su una bicicletta Gravel o da Cicloturismo, tutti i successivi consigli relativi ai singoli componenti faranno riferimento proprio a questa tipologia di bicicletta.
MISURA DELLA BICICLETTA
Il parametro principale che definisce la taglia di una bicicletta è la lunghezza del tubo piantone o anche detto tubo verticale. Per trovare il valore più corretto per noi è necessario e sufficiente conoscere l'altezza del nostro cavallo. Per farlo potete semplicemente procedere in questo modo:
Toglietevi le scarpe e assicuratevi di indossare pantaloni abbastanza aderenti o ancora meglio, di togliervi anche quelli per effettuare una misura ancora più precisa. Procuratevi un metro e un bastone (o anche un libro va benissimo). Appoggiatevi ad un muro appoggiando spalle, sedere e talloni e mantenendo le gambe dritte posizionare il bastone al punto di intersezione degli arti inferiori o anche detto cavallo. Manteniamo in posizione il bastone e girandoci andiamo a misurare a questo punto con il metro la sua distanza da terra.
Con la misura che abbiamo appena ottenuto, utilizzando le tabelle fornite dallo specifico fornitore, tramite il calcolatore di BIKESTER, potremo andare ad identificare la misura ideale del tubo piantone e pertanto in generale della bicicletta.
Se la misura del vostro cavallo dovesse coincidere con una misura "a metà" tra una taglia e l'altra potete decidere di scegliere la taglia più piccola se preferita avere una bici più agile e più scattante, piuttosto che la misura più grande per una bicicletta più rilassata e confortevole.
Se non siete alle prime armi, ma ad esempio avete già esperienza e siete magari intenzionati a cambiare bicicletta, potreste sicuramente utilizzare la vostra esperienza per considerare anche tutti gli altri parametri come: lo STACK, il REACH, tubo orizzontale, altezza tubo sterzo, angolo tubo piantone, angolo sterzo, lunghezza foderi carro posteriore e interasse. Su tutti questi parametri però non mi soffermerò visto che sarebbe un argomento piuttosto complicato e lungo da affrontare e in generale, in rete potete trovare moltissimo materiale a proposito fatto anche molto bene. L'articolo che vi consiglio, se siete interessati alla valutazione di tutti questi parametri è quello di BICIDASTRADA.IT (link in descrizione). Nell'articolo prendono come riferimento una bici da corsa, ma vedrete presto in realtà che le definizioni e i relativi consigli sono molto generici e pertanto adattabili a qualsiasi tipologia di bicicletta.
TELAIO
La principale caratteristica da analizzare rispetto al telaio si riferisce al materiale con il quale questo è stato realizzato. Ad oggi, i principali materiali utilizzati sono:
- Alluminio
- Acciaio
- Carbonio
- Titanio
Rispetto a queste due ultime tipologie di materiali in realtà non mi soffermerò più di tanto visto che si tratta di materiali piuttosto costosi e anche piuttosto fragili e che per la loro leggerezza sono molto più diffusi nel mondo della corsa e della competizione. Rispetto all'alluminio e all'acciaio invece si possono individuare pregi e difetti:
- Alluminio: sicuramente molto leggero e più resistente all'ossidazione. Al tempo stesso però non ha un limite di fatica definito perciò a prescindere dal carico è più soggetto ad usura.
- Acciaio: ha prima di tutto una densità maggiore perciò è più pesante, ed è più soggetto all'ossidazione rispetto all'alluminio. Al contrario invece, ha un prezzo molto più basso, una maggior rigidità e di conseguenza una maggior stabilità specialmente in condizioni di bici carica, un limite di fatica definito che ci permette di sapere esattamente i limiti di peso a cui può lavorare e restando perciò sotto a questo limite non è soggetto ad usura. Infine, cosa non meno importante, è più facile da saldare e quindi da riparare, specialmente se ci troviamo in paesi meno sviluppati.
MANUBRIO
Ne esistono di diverse tipologie, le più comuni sono i DROP (quelli che troviamo comunemente sulle bici da corsa per intenderci, ma che vengono riproposti anche in versioni diverse dette Woodchipper più adatte per bici gravel e da cicloturismo) e i FLAT (quelli tipici delle MTB). Ne esistono però anche di altre tipologie come il Butterfly, gli H-loop e gli Horn che nascono proprio per il cicloturismo. Siccome però, queste particolari tipologie di manubri sono solitamente acquistati a parte in base a quelle che poi saranno le nostre esigenze e soprattutto la nostra idea di viaggio che vogliamo affrontare, in questo video affronteremo solamente le 3 tipologie più comuni.
Image | Name | PRO | CONS |
---|---|---|---|
- Più controllo della bici anche in situazioni di fondo sconnesso - Hanno molto spazio per applicare accessori vari (luci, borse manubrio, GPS, ciclocomputer...) - Permettono una posizione un po' più alta e confortevole soprattutto per chi inizia - Non prevedono l'utilizzo del nastro perciò hanno bisogno di meno manutenzione - Garantiscono un accesso ai freni sicuramente più facile ed immediato | - Senza l'utilizzo di apposite appendici si ha una sola posizione delle mani e dei polsi - Le manopole classiche non sono particolarmente ergonomiche - L'ingombro (per i modelli più larghi) può essere d'ostacolo in città e nel traffico | ||
- Si hanno più posizioni delle mani disponibili che possono essere sia alti e raccolti che allungati ed aerodinamici - Sono stretti e quindi meno ingombranti nel traffico - L'accesso ai freni è sicuramente un po' più "complesso" rispetto ai classici FLAT, ma rimangono sempre abbastanza a portata a prescindere dalla posizione | - Sono stretti e quindi la guidabilità non è ottimale su terreni sconnessi e accidentati - Lo spazio per gli accessori è minimo senza l'utilizzo di appositi extender - Anche lo spazio di carico è limitato dalla presenza delle appendici laterali stesse, specialmente se si utilizzano borse da manubrio come quelle tipiche da bikepacking - Soggetti a una "maggior manutenzione" per la presenza del nastro che è sicuramente più soggetto ad usura rispetto alle manopole dei FLAT | ||
- Si hanno più posizioni delle mani disponibili che possono essere sia alti e raccolti che allungati ed aerodinamici - Sono stretti e quindi meno ingombranti nel traffico - L'accesso ai freni è sicuramente un po' più "complesso" rispetto ai classici FLAT, ma rimangono sempre abbastanza a portata a prescindere dalla posizione - Avendo le appendici laterali che si estendono verso l'esterno permettono di avere molto più spazio per montare borse da manubrio da bikepacking più grandi - Garantiscono una presa bassa più aperta e più adatta, confortevole e sicura su discese sconnesse e superfici sterrate | - Lo spazio per gli accessori è minimo senza l'utilizzo di appositi extender - Lo spazio di carico è sicuramente maggiore rispetto ad un classico DROP, ma comunque limitato - Soggetti a una "maggior manutenzione" per la presenza del nastro che è sicuramente più soggetto ad usura rispetto alle manopole dei FLAT | ||
- Hanno moltissime posizioni sia per le mani che per i polsi - Hanno molto spazio per applicare accessori vari (luci, borse manubrio, GPS, ciclocomputer...) che possono essere predisposti a proprio piacimento e in qualsiasi posizione lungo il manubrio - È più predisposto per il bikepacking visto che ha un'ampio spazio a cui appendere le borse | - Sono meno maneggevoli su terreni molto sconnessi specialmente se in discesa - I freni rimangono a portata di mano solo nella posizione standard, ma rimangono lontani in tutte le altre posizioni specialmente in quella più aerodinamica - Soggetti a una "maggior manutenzione" per la presenza del nastro che è sicuramente più soggetto ad usura rispetto alle manopole dei FLAT - Sono più pesanti | ||
- VEDI BUTTERFLY - Prevedono anche posizioni più allargate più adatte per le discese specialmente se su terreni molto dissestati | - VEDI BUTTERFLY - Sono molto più ingombranti | ||
- VEDI BUTTERFLY | - VEDI BUTTERFLY - Allunga la posizione in sella con le mani sulle appendici |
Considerando il fatto che si possono trovare in giro modelli di bici da cicloturismo che montano di base un manubrio FLAT, sulla mia esperienza personale, forse a differenza di molti che consiglierebbero proprio quest'ultimo specialmente per chi è all'inizio, io mi sentirei di consigliarvi fin da subito i Woodchipper o più in generale anche un semplice DROP, sia per viaggiare che per un utilizzo più cittadino e/o "tuttofare".
È vero infatti che a differenza dei FLAT, richiedono un po' più di abitudine e dimestichezza soprattutto se non ci avete mai avuto a che fare, ma stiamo parlando di un paio di uscite e non di più, e parlando sempre in termini di investimento a lungo termine, per me resta sempre la soluzione migliore e che meglio si adatta a più situazioni e condizioni.
Ultima considerazione da fare rispetto al manubrio che ci tengo a fare anche se per molti potrà sembrare scontata è quella che se acquistiamo oggi una bicicletta con un manubrio FLAT, passare un domani ad un manubrio di tipo DROP vuole dire fare un'altro bel investimento visto che, oltre al manubrio in se, dovremo procedere alla sostituzione di tutte le leve dei freni e del cambio ed oltre a questo, anche da un punto di vista pratico, non è un'operazione semplicissima da fare, fattibile perché in generale si può fare tutto, ma comunque difficile se non abbiamo mai messo le mani su una bicicletta.
CERCHI E COPERTONI
Non mi soffermo più di tanto su questo punto visto che come possono essere ad esempio i pedali o la sella, anche i copertoni possono essere sostituiti anche in seguito. Mi sento però di farvi queste due precisazioni principali:
- CERCHI: cambiare un cerchio non è sicuramente un'operazione semplice ed economica, soprattutto se si tratta di quello posteriore. Cercate perciò di scegliere una bicicletta che abbia almeno 32 o 36 raggi. Il numero di raggi infatti, influenza notevolmente sulla robustezza della ruota e di conseguenza sulla sua capacità di carico.
- DIMENSIONI RUOTE: esistono in commercio ruote da 26, 27.5, 28 o 29 pollici. La scelta è molto personale, ma personalmente vi consiglierei una 27.5, ma in generale di stare sopra ai 26 pollici. Una ruota più grande infatti, è vero che da una parte riduce la maneggevolezza della bici e ne aumenta il peso, ma permette di avere un passo maggiore che a parità di pedalate consente di fare molta più strada, e una maggior stabilità specialmente su strade molto accidentante o discese molto sconnesse. Anche la dimensione della ruota è strettamente legata alla scelta della bicicletta pertanto, se acquistate una bici con una ruota da 26, non è possibile montarci una ruota da 27.7 così come il contrario.
- LARGHEZZA COPERTONI: la larghezza massima del copertone è dettata non tanto dalla larghezza del cerchio, ma piuttosto dalla larghezza della forcella e del passaggio ruota posteriore. Ogni bicicletta infatti, ha una larghezza di copertone massima che può montare ed è sicuramente indicato tra le sue caratteristiche tecniche. Anche qui, la larghezza è misurata in pollici e in generale si arriva fino ai 32/36 per viaggi su strada, dal 36 al 47 per viaggi misti e dai 47 in su per gli offroad. La scelta anche in questo caso è molto personale, in generale però se riuscite ad avere una bici con un buon passaggio ruota che arrivi almeno fino al 36/42 potete stare abbastanza tranquilli.
TRASMISSIONE
E su questo capitolo si potrebbe veramente aprire un mondo, ma non voglio entrare troppo in tecnicismi.
L'unico concetto che credo sia giusto spiegarvi per capire meglio questo argomento è lo sviluppo metrico ovvero, i metri che saremo in grado di percorrere con una pedalata completa. Come sappiamo tutti infatti, con un rapporto più grande al posteriore la pedalata diventerà molto più leggera e al contrario con un pignone più piccolo avremo una pedalata più dura che ci consentirà di fare molti più chilometri a parità di pedalate.
Afferrato questo concetto, le trasmissioni si distinguono principalmente per il numero di corone all'interno della guarnitura e il numero di pignoni presenti nella cassetta. La guarnitura può essere composta da una (soluzione monocorona), due o tre corone.
Le soluzioni monocorona sono quelle che vanno sempre più di moda in questo periodo, specialmente nel mondo gravel perché, oltre a rendere la bici molto più semplice e pulita anche e soprattutto a livello estetico, sono trasmissioni a volte (e lo sottolineo perché in realtà non è sempre detto) più leggere e che semplificano la cambiata avendo un solo manettino da gestire. Ed è proprio per compensare questa "mancanza" che in genere le soluzioni monocorona adottano pacchi pignoni molto più ampi, spesso tra le 10 e le 12 velocità. Questo rende però la catena molto più sottile e soprattutto tendono a farla lavorare molto più in diagonale provocandone una maggior usura. Se siete all'inizio vi sconsiglio questa soluzione perché richiede sicuramente più attenzioni e anche più manutenzione, inoltre credo sia doveroso farsi un po' di esperienza con una trasmissione più tradizionale per imparare ad usare al meglio anche i rapporti anteriori cosa che sembra scontata ma che se ci guardiamo a modo in pochi lo sanno fare.
Saper utilizzare al meglio una trasmissione infatti, vuole dire conoscerla in tutti i suoi aspetti e soprattutto conoscerne tutti i suoi sviluppi metrici per ogni combinazione di rapporti possibili per sapere quando ci conviene scendere al posteriore piuttosto che salire all'anteriore per cercare di avere il rapporto ideale mantenendo la catena il più parallelo al telaio possibile.
In un sistema "multi corona", chiamiamolo così, ci possono essere infatti, combinazioni tra le varie possibili cambiate, che portano ad avere lo stesso, o simile, sviluppo metrico. Ogni corona viene in generale identificata da un numero che ne indica il numero di denti pertanto, più denti avrà e più grande sarà di conseguenza. Prendiamo per esempio il caso della mia bicicletta che di fabbrica montava una trasmissione a 3 corone: 26-36-48 all'anteriore e un pacco pignoni (o cassetta, chiamatela come volete) da 9 velocità 11-36 (che significa che il pignone più piccolo avrà 11 denti e quello più grande 36). Se prendiamo la combinazione 36-24 (corona intermedia e quarto pignone dal più grande) ad esempio, avremmo lo stesso sviluppo metrico di un 48-32 (corona più grande e secondo pignone dal più grande). In generale perciò, saper utilizzare un cambio, vuole dire sapere che in questo esempio la soluzione migliore da adottare è la 36-24 che rispetto alla 48-32 ci permetterebbe di far lavorare la catena in modo più parallelo rispetto alla ruota.
E sulla base di questo esempio, un sistema a tre corone personalmente lo trovo esagerato visto che realisticamente parlando non porta così tanti vantaggi e anche in termini di numero di rapporti in più disponibili rispetto ad una trasmissione a 2 corone stiamo parlando di 2, 3 o massimo 4 rapporti disponibili in più.
La soluzione a due corone invece è quella che mi sento di consigliarvi maggiormente, sia che siate all'inizio, per farvi un po' di esperienza sull'utilizzo del cambio stesso, sia che vogliate acquistare una bicicletta da utilizzare per viaggi moto lunghi. Questa trasmissione infatti vi permetterà infatti di avere bene o male sempre il rapporto giusto senza dover scendere a compromessi.
Ultima questione da considerare infatti, specialmente se abbiamo in mente di avventurarci in un viaggio molto lungo e magari anche lontano, è che una trasmissione a 2 (così come anche quella a 3) velocità, ci permette di montare in generale componenti più tradizionali e di conseguenza anche più facili da reperire in caso di guasti o rotture, specialmente nei paesi meno sviluppati del nostro.
Alla luce di tutto questo, il consiglio che mi sento di darvi su questo punto è quello di prestare più attenzione al rapporto più agile disponibile rispetto invece a quello più duro visto che in genere chi viaggia non guarda tanto alla velocità che riesce a raggiungere in piano quanto piuttosto alle salite che riesce ad affrontare nonostante il carico dei bagagli!
Uno strumento molto utile che vi consiglio assolutamente di utilizzare è il sito di gear-calculator.com (vi lascio il link in descrizione) che vi consente di conoscere e confrontare tra di loro gli sviluppi metrici di una o più trasmissioni.
FRENI
Per quanto riguarda i freni iniziamo suddividendoli in queste tre grandi tipologie:
- A disco (meccanici, idraulici o ibridi)
- V-Brake
- Cautilever
Guardando alla frenata è inutile che stiamo qui a raccontarcela, il sistema migliore in assoluto è sicuramente il sistema a disco idraulico. Al di la di questo però ne sconsiglio l'utilizzo, specialmente in un'ottica di viaggio, perché richiedono veramente moltissime attenzioni e la manutenzione è comunque abbastanza complicata visto che cominciamo a parlare di spurghi e sostituzioni dell'olio oltre alle classiche regolazioni. In generale quindi se dovete optare su un sistema a disco io vi consiglierei di restare su quello meccanico che è sicuramente più semplice da regolare e riparare anche in autonomia.
Esistono in realtà anche sistemi detti ibridi che sono meccanici di fatto fino alla pinza e che prevedono l'olio solamente sulla pinza stessa. È sicuramente un ottimo compromesso, ma sono comunque soluzioni in generale molto costose e che si trovano più su modelli di alta gamma.
Anche i freni V-Brake, così come i Cautilever in realtà non sono sicuramente da scartare visto che restano comunque sistemi molto semplici da riparare visto che non hanno ne la questione del disco, né la questione delle pastiglie da sostituire, ma si tratta perlopiù di cambiare i pattini ogni tanto con una spesa comunque piuttosto ridotta. In generale comunque, anche sistemi più "antichi" come questi, sono assolutamente in grado di offrire una buona frenata soprattutto considerato il fatto che per chi fa cicloturismo le velocità che si raggiungono non sono poi così elevate e pertanto anche se la frenata non dovesse essere così immediata non è troppo un problema. In questo caso però, investirei sicuramente di più sui cerchi per sceglierne uno un po' più di qualità e che sia in grado di sopportare le numerose frenate senza rompersi o usurarsi troppo velocemente.
Su questo punto in realtà non ho troppi consigli da darvi in quanto la questione disco o non disco è spesso anche molto personale. Io al momento monto freni di tipo Cautilever e personalmente per quello che faccio mi trovo piuttosto bene e sicuramente mi danno anche meno preoccupazioni sul dover cambiare il disco o le pastiglie (non che siano due operazioni così complicate da fare anzi, però è comunque un operazione in meno da fare e anche un costo inferiore da dedicare alla manutenzione). La frenata non è sicuramente delle migliori questo non lo nego, ma sono ancora qua quindi direi che mi posso accontentare! Altro ed ultimo aspetto da considerare relativo all'impianto frenante sono i cavi e le guaine. Ad oggi va sempre più di moda "nascondere tutto" per avere un design più pulito e aerodinamico. Se optiamo per una soluzione di questo tipo teniamo solo presente che la manutenzione e la sostituzione, seppur abbastanza straordinaria, in questo caso sarà un po' più lunga e "complessa" per via dei passaggi interni dei cavi.